Sintesi metodologica

L'Indice di Capacità Amministrativa ( Rating Pubblico) si basa su indicatori costruiti prevalentemente sulla base dei dati che le Pubbliche Amministrazioni sono obbligate a pubblicare dalle norme vigenti, e in particolare dal d.lgs. 33/2013 e dalla l. 190/2012.
Si tratta di indicatori non solo economico-finanziari, ma anche e soprattutto di indicatori qualitativi, attinenti alla sostenibilità ESG (Environmental, Social, Governance) delle PA. 

Il modello si avvale della metodologia degli Indici di Sostenibilità ESG, utilizzati sui mercati finanziari per il mondo corporate.
Si compone di due livelli di analisi: i macro-indicatori e gli indicatori.

I macro-indicatori sono sei: Bilancio, Governance, Personale, Servizi, Appalti, Ambiente.
A ogni macro-indicatore è assegnato uno score massimo ponderato su base 100.
Ciascun macro-indicatore è declinato in indicatori, cui viene attribuito uno score massimo su base 100, anch’esso ponderato sulla base della rilevanza assegnata. 

Per ogni indicatore all’Amministrazione può essere assegnato lo score massimo (pari al 100% dello score), medio (pari alla metà dello score) o minimo (pari al 10% dello score). 

Qualora, poi, l’Amministrazione non abbia pubblicato il dato relativo all’indicatore, la valutazione assegnata è “n.d.”  con score pari a zero: questo perché l’obbligo normativo di pubblicazione non può e non deve essere disatteso, tanto meno da una PA, che spende denaro pubblico. In altre parole, il non-dato viene valutato come un dato.
Al termine dell’analisi e dell’attribuzione degli score, un set di algoritmi matematici consente di elaborare il Rating Pubblico finale della singola PA in comparazione con le PA della stessa tipologia. Questo il sistema di score con sette classi di rating.

 

Rating pubblico Score del Rating Classe di rating
PPP+ 90-100 Excellent
PPP 80-89 Very Good
PP+ 60-79 Good
PP 50-59 Satisfactory
P+ 40-49 Weak
P 20-39 Poor
F 1-19 Fallible

 

Il Rating Pubblico finale è disaggregabile in ciascuno dei sei macro-indicatori e per singoli indicatori.
In base al Rating complessivo ottenuto, la singola Amministrazione viene posizionata all’interno di una classifica (o ranking) relativa alla sua tipologia di PA (ad esempio, i Comuni): è così possibile misurare la sua distanza dal benchmark di riferimento, costituito dal miglior Rating possibile in quel dato momento in quella data tipologia di PA. 

La determinazione degli indicatori, dei punteggi e dei pesi da attribuire, delle soglie di definizione delle classi di Rating, è stata realizzata sulla base delle competenze e dell’esperienza dei responsabili della ricerca, che, oltre ad essere fondatori di Fondazione Etica, vantano un bagaglio di oltre venti anni di ricerca sulla sostenibilità ESG.

Il modello è tutelato da deposito del copyright e dalla registrazione del relativo marchio e logo, e ha ricevuto riconoscimenti di merito da Cassa Depositi e Prestiti, Confindustria, KPMG.
E' oggetto di collaborazione con European Commission - DG Regio e DG Reform, World Bank, oltre che con diverse Amministrazioni Pubbliche: tra esse il Ministero degli Affari Regionali e delle Autonomie, il Ministero della Funzione Pubblica, l’Agenzia per la Coesione - Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’ANAC, la Regione Toscana e la Regione Lombardia, il Comune di Milano, ANCI Lombardia.
È inoltre alla base delle attività del laboratorio di ricerca “GovLoc Lab” in LUISS-ICEDD.

Le analisi sono oggetto di pubblicazione periodica da parte del Corriere della Sera.

Fonti

La fonte principalmente utilizzata è quella indicata dal d.lgs. 33/2013, modificato dal successivo d.lgs. 97/2016: la sezione Amministrazione Trasparente all’interno dei siti web delle Pubbliche Amministrazioni.

Le fonti comprendono anche, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, le banche dati del Mef, del Ministero dell’Interno, della Corte dei Conti, dell’ISTAT; il sito dell’ANAC e quello del Ministero della Funzione Pubblica; rapporti annuali come quelli di Legambiente; motori di ricerca.

Non è prevista, invece, la richiesta sistematica di informazioni direttamente alla singola Amministrazione analizzata, neanche dopo l’introduzione dell’accesso civico generalizzato. Tale scelta metodologica si basa sulla considerazione che le informazioni necessarie all’alimentazione del Rating Pubblico, da un lato, devono essere pubblicate per legge, e, dall’altro, rientrano nel dovere di accountability che le PA hanno nei confronti degli stakeholder.

Riferimenti normativi

In Italia

Il legislatore, in Italia, ha introdotto obblighi stringenti in materia di trasparenza, integrità e performance delle PA: con l. 241/1990, l. 59/1997 e l. 15/2009, oltre che con i più recenti d. lgs. 90/2014, l. 124/2015, d.lgs. 97/2016. Tuttavia, è con la legge 190 del 2012 e soprattutto con il decreto legislativo 33 del 2013 che c’è stato un cambio di passo radicale. (aggiungere altre norme 2021 e 22)

D. Lgs. 33/2013
1. La trasparenza è intesa come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di (...) favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche.

2. La trasparenza (...) concorre ad attuare il principio (...) di buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell'utilizzo di risorse pubbliche, integrità (...). Essa è condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive, nonché dei diritti civili, politici e sociali, integra il diritto ad una buona amministrazione e concorre alla realizzazione di una amministrazione aperta, al servizio del cittadino.


Il decreto 33/2013, in particolare, ha imposto alle PA di essere non solo trasparenti, ma di esserlo in modo standardizzato, dovendo pubblicare tutte le stesse informazioni, nello stesso modo, con la stessa cadenza e nella stessa sezione dei rispettivi siti web.

Il legislatore ha tradotto il concetto generale di trasparenza in quello specifico di accountability.
La differenza non è terminologica, ma sostanziale, consentendo::
    • da un lato, la conoscenza completa di una PA (in pratica, una sorta di due diligence) e, conseguentemente, la sua valutazione;
    • dall’altro, la comparazione tra PA della stessa, sulla base del ranking e del benchmarking che la comparazione comporta.

Così scrive il Dipartimento della Funzione Pubblica sul sito qualitapa.gov.it nei termini seguenti: 
"Rendere fruibili e accessibili i dati che riguardano la collettività, in modo che tutti ne possano usufruire, non è un’innovazione destinata solo a pochi specialisti, ma coinvolge tutti, poiché consente di ottenere informazioni, che di fatto sono già degli utenti, ma in maniera trasparente e diretta, rendendo i cittadini più informati e quindi più consapevoli. Non vi è dubbio infatti, che avere a disposizione i dati sulla rendicontazione di bilancio del proprio Comune oppure dati che riguardano traffico, ambiente ecc. possano essere un patrimonio che ogni cittadino ha il diritto di conoscere."

 

A livello europeo

I Paesi Membri EU hanno sistemi amministrativi talora molto diversi, ma tutti sono chiamati a svolgere la stessa funzione: erogare servizi ai cittadini. Sono valutabili? Lo sono in base alle norme vigenti: infatti, tutti i Paesi Membri, ad eccezione dell’Austria e del Lussemburgo, hanno adottato una norma sul diritto di accesso, il cosiddetto FOIA (Freedom of Information Act).
Esso poggia su due pilastri:
    1. il diritto dei cittadini di accedere alle informazioni delle PA,
    2. il dovere delle PA di pubblicare direttamente almeno parte di quelle informazioni.

Il FOIA consente di accedere a dati e informazioni su e delle PA. Per alcuni Paesi è più complesso che per altri, in quanto hanno puntato sul primo pilastro trascurando il secondo. Tutti, però, per accedere e restare Paesi Membri EU, hanno l'obbligo di rispettare standard minimi non solo di democrazia, ma anche di trasparenza, prevenzione della corruzione ed efficienza della public governance: in altri termini, di capacità amministrativa.

Riferimenti europei

Nel 2018 la Commissione Europea, nel suo Rapporto sulle Pubbliche Amministrazioni degli Stati membri dal titolo "Measuring Public Administration: A Feasibility Study for Better Comparative Indicators in the EU", ha dichiarato: 

"Il buon governo e la qualità delle amministrazioni pubbliche vanno chiaramente nell'interesse dei cittadini dell'UE e degli Stati membri, al fine di ottenere il massimo valore da fondi pubblici limitati e creare un'interfaccia pubblico-privato che aumenti l'occupazione e la crescita. A livello mondiale, i dati sono inconfutabili: l'elevata produttività, le economie ad alto reddito per abitante sono quelle con le istituzioni pubbliche più efficaci ed efficienti". 

Detto altrimenti, non può esserci sviluppo economico e sociale senza una buona governance pubblica.