Progetto ITALIAE: modello da disseminare in Europa
La EURegionsWeek è stata anche quest’anno un’occasione importante per confrontarsi con partner, esperti e con la Commissione Europea sull’importanza di una sana ed efficiente governance locale e territoriale a garanzia di una buona governance europea.
Fondazione Etica e Centro REP hanno partecipato al workshop “Tackling fragmentation of local government towards shared sustainable community solutions” in qualità di collaboratori del Progetto ITALIAE, volto a favorire l'associazionismo tra Comuni per migliorare performance e servizi e combattere la frammentazione amministrativa.
È stato molto interessante l’intervento di Florian Hauser, della DG Reform della Commissione Europea, che ha rappresentato innanzitutto come il tema della frammentazione non sia solo una questione italiana ma presente anche in altri Paesi europei, che la affrontano attraverso diversi modelli di Unione di Comuni: taluni obbligatori per leggi nazionali, altri nati da percorsi volontari. Sempre nel rispetto delle aspettative e delle identità culturali differenti di cui i diversi territori sono portatori.
E in questo senso sono state molto apprezzate le buone prassi attuate da ITALIAE, ritenute modelli da disseminare in Europa. È infatti considerato essenziale investire molto nelle attività di comunicazione e confronto con gli amministratori e con le persone coinvolte, per riuscire a illustrare al meglio e far recepire l’utilità di un processo di associazionismo e il contestuale rispetto delle proprie identità: lo hanno dimostrato le testimonianze dirette dell’Unione Romagna Faentina (Emilia-Romagna) e della Federazione Camposampierese (Veneto), che hanno riconosciuto il ruolo del supporto ricevuto da ITALIAE nella realizzazione di un percorso arricchente ed efficace di aggregazione tra i Comuni sui loro territori.
Giovanni Vetritto, Direttore Generale del Dipartimento Affari Regionali e Responsabile del Progetto ITALIAE: “E' una soddisfazione capire che le nostre best practices non hanno nulla di invidiare ai migliori casi europei e che stiamo facendo una cosa utile, con un buon livello di qualità riconosciuto dalla Commissione”.